giovedì 22 aprile 2010

God save Nick Clegg

Guardando il secondo dibattito dei candidati inglesi alle prossime elezioni in diretta sul sito della BBC, non riesco a non pensare alla incredibile tristezza che caratterizza l'Italia. Non solo i candidati dalle nostre parti sono impresentabili, ma si rifiutano addirittura di sottoporsi a un normale dibattito (normale per il resto delle nazioni evolute del resto del mondo) che spesso è l'unico modo per vedere un futuro capo politico sotto pressione.
Tornando al dibattito inglese è sorprendente vedere come la gestione del tempo, dei turni, il rispetto nei confronti di chi parla anche se è un tuo avversario siano dati per scontato. Il caso di Nick Clegg, che è riuscito a spostare i sondaggi con una eccellente prestazione al precedente dibattito non sarebbe mai potuto accadere in un paese dove il moderatore lavora per uno dei candidati. I punti nuovi delle risposte di Clegg sono l'europeismo (visto negativamente dalla maggioranza degli inglesi), l'ambientalismo, ma soprattutto la sua visione sulla paura. Finalmente un politico che dice alla gente che non deve avere paura, che il mondo non sta per finire, che bisogna pensare ai problemi non perché non ci sono opzioni, ma proprio perché è con le scelte coraggiose che si esce dalle crisi (economiche e umane). È sorprendente come un partito emerso dall'ombra dei due principali partiti stia attraendo così tanti voti (almeno nei sondaggi) accendendo la speranza di migliaia di elettori ormai stufi delle stesse facce. Vedremo poi alla fine se la nuova formazione riuscirà a realizzare quello che fino a poco tempo fa era solo un sogno. Sicuramente i Lib-Dem si sono presentati come un partito giovane, in senso propositivo, al passo coi tempi e ricco di idee. Chissà che la vecchia Inghilterra non si riveli come la nazione più coraggiosa dell'intera Europa.

venerdì 16 aprile 2010

Lo scatto infinito

Mi sono trovato per vari motivi a leggere molti libri di fotografia e ho deciso di fare un elenco di quelli che trovo più utili. Sono tutti libri che parlano di fotografia, non di come si fanno foto, quindi non c'è nessun libro tecnico sul funzionamento di macchine fotografiche, disquisizioni su digitale e pellicole o simili. Se però siete interessati al concetto di fotografia e come vedere in modo nuovo un mezzo ormai antico, preparatevi per una scorpacciata.

Leggere la fotografia di Augusto Pieroni è sicuramente il libro migliore per cominciare, per la sua snellezza e per la sua semplicità, in grado di approfondire spesso in modo illuminante una materia dove si è sentito tutto e il contrario di tutto.
Non si possono non citare poi La camera chiara di Roland Barthes e Sulla fotografia di Susan Sontag, divenuti storicamente due pilastri per gli studi sulla fotografia (impossibile trovare un libro serio che non li citi almeno una volta).
Se poi si ha voglia di andare veramente in profondità, il libro che fa per voi è Le idee sulla fotografia di Claudio Marra; molto denso, ampio e illuminante su una miriade di tematiche ma anche molto impegnativo.
A parte cito un libro che mi affascina anche se usa la storia della fotografia come pretesto per un flusso di pensieri in libertà non sempre condivisibili ma spesso sorprendenti: L'infinito istante di Geoff Dyer.

Per concludere una bella raccolta di foto, con la f maiuscola. Immagini che hanno fatto la storia prima del giornalismo e poi della nostra stessa cultura, foto di cui spesso ignoriamo l'autore ma che abbiamo visto fin da bambini: parlo dell'edizione fatta da Contrasto delle foto di LIFE. Buona lettura/visione.

sabato 10 aprile 2010

Gli inetti

E così, puntuale come un orologio svizzero, il governo che si è salvato alle regionali tira fuori il dossier sul nucleare e riparte di slancio con nuovi accordi tra Francia e Italia e la promessa di utilizzare ogni mezzo (leggi: la televisione) per fare innamorare gli italiani e l'atomo. Come se non bastasse, subito dopo il voto (figurati) emerge la fortissima possibilità di un grosso buco nel bilancio statale da appianare con una manovra aggiuntiva. Tremonti nega, ma si vedrà poi alla fine, visto che le parole del ministro dell'economia sono lette ormai come le sentenze della Sibilla, solo molto meno poetiche. Aggiungiamoci l'approvazione di una legge che inguaia i piccoli editori e che in piena crisi dovranno sobbarcarsi l'incremento delle spese di spedizione (tagliando le gambe alle vendite in rete). Era ovvio che queste mazzate emergessero per volontà del governo solo dopo le elezioni; la vera questione è che diavolo ci sta a fare l'opposizione se nemmeno in campagna elettorale è in grado di sottolineare i punti deboli della maggioranza.