domenica 28 febbraio 2010

Girala ancora, Clint

È uscito nelle sale giusto questo venerdì l'ultima fatica di Clint Eastwood: Invictus. Ennesima prova d'autore di un ex attore trasformatosi in uno dei massimi registi presenti sulla scena internazionale oggi, con una serie di successi veramente incredibile. Inutile dire che anche Invictus propone un grande cast diretto magistralmente, abbinato ad una buona sceneggiatura e ad una regia che alterna note intimiste, scene epiche e ottime riprese sportive con grande tempismo e nessun impaccio. Non è sicuramente il suo miglior film, ma la storia, per le figure ritratte, sopperisce ampiamente alle piccole mancanze. Da sottolineare le ottime recitazioni di Morgan Freeman e di Matt Damon, anche se per goderne appieno è indispensabile vedere il film in lingua originale.

Da recuperare invece l'ottimo documentario di Michael Moore Capitalism: A Love Story. Nonostante le chiavi di lettura spesso troppo di parte per essere gradite da un'ampia platea di spettatori, Moore rimane uno dei più talentuosi documentaristi in ampito politico e questo in particolare è un film importante per poter avere una maggiore comprensione dell'attualità che ci circonda.

sabato 20 febbraio 2010

Un genio rimasto nella Terra di Mezzo

È uscito nelle sale Amabili resti, l'ultimo film di Peter Jackson, con un affiatato gruppo di attori famosi tra cui Mark Wahlberg, Susan Sarandon, Rachel Weisz e Stanley Tucci. Protagonista assoluta Saoirse Ronan, la bambina di Atonement (candidata all'Oscar del 2008), cresciuta e pronta per una parte impegnativa come questa.

Tratto dal best seller di Alice Sebold, il film è sicuramente ben fatto, ricco di colpi di scena e soprattutto dell'ottima ricreazione degli ambienti e delle atmosfere anni settanta in cui si svolgono gli avvenimenti del romanzo. Quindi un film che vale la pena di vedere, ma che non mi è piaciuto per niente. I motivi sono la sceneggiatura a volte troppo ingenua (spesso alcuni passaggi si sono già visti in altri film, anche dello stesso Peter Jackson) e la filosofia New Age che pervade l'intero film. Non dico che non possa piacere, anzi, ma per chi trova insopportabili queste pseudocredenze forse è meglio che si cerchi un altro tipo di pellicola.

mercoledì 17 febbraio 2010

Meglio un'ellisse di una croce

Mamma mia, quanto tempo è passato. Uno si distrae un attimo, e sono passati 4 mesi. Ad ogni modo eccomi pronto a riprendere il filo del blog, spero con pause un poco più brevi...

Questa volta voglio parlarvi di un film che ho appena visto, ma non al cinema. Non al cinema perché il film, dopo praticamente un anno, non ha ancora trovato un distributore italiano. Direte voi, sarà la solita pellicola sconosciuta del solito autore cieco taiwanese sulla storia di un attore storpio del XII secolo che passa la vita a contemplare rane nella giungla della birmania (i fighetti la chiamano Myanmar). Invece no, il film in verità è ad alto budget, con un regista bravo e rinomato che ha un folto seguito in Italia e la cui ultima pellicola ha incassato alla grande in Spagna e viene distribuito un po' dovunque, compresi Libano e Thailandia. Parlo di Agorà di Alejandro Amenábar, l'autore di The Others, Apri gli Occhi e Mar Adentro, con protagonista una brava Rachel Weisz.

Perché non è stato distribuito? La scusa ufficiale è che i film storici (che in una simile produzione non sono comunque mai aridi e asettici trattati storici, ma vengono sceneggiati con imprecisioni più o meno grossolane per non far addormentare il pubblico) in Italia non rendono. Altri dicono che il vero motivo è l'opposizione del Vaticano, non certo contento di rivangare un passato di violenze e ignoranza, soprattutto in un momento di forti tensioni religiose (esiste un gruppo su Facebook che cerca di stimolare l'opinione pubblica a richiedere la distribuzione del film). La mia opinione non è importante, quello che è importante è che un film di qualità che affronta temi importanti come la difesa della cultura contro le divisioni e gli scontri religiosi non abbia uno spazio seppur piccolo per essere visto. La libertà di espressione si nutre soprattutto di varietà, di differenze e di molte voci; più voci, più libertà. Assistiamo, per un motivo o per un altro, a un'inquietante riduzione dell'offerta, in una miriade di campi, mentre una cultura sana deve moltiplicare le occasioni, le discussioni, i commenti.

Vi consiglio caldamente di vederlo, questo film, anche come segnale nei confronti di chi decide. Non è al cinema, non si trova in DVD? Allora scaricatelo, non fate torto a nessuno, se non vogliono guadagnare soldi non potete certo costringerli. Andate su emule o su bittorrent e scaricate, scaricate Agorà e prestatelo agli amici. Spargere un poco di conoscenza non può che fare bene al cuore...