sabato 27 marzo 2010

Hasta Santoro Siempre

L'evento di giovedì sera ha aperto uno spiraglio nel meccanismo di soffocamento che la televisione italiana e l'informazione in particolare hanno subito negli ultimi anni. Soprattutto per come è stata organizzata e per i mezzi di comunicazione impiegati (tv satellitare, internet, televisioni private locali e maxischermi in molte piazze) è stato un salto qualitativo che fa ben sperare per il futuro, soprattutto se le elezioni non daranno una spallata al governo. Sarà sempre più difficile alle voci critiche farsi strada nel monopolio RAI-Mediaset, e Santoro ha mostrato una effettiva possibilità per rendere visibile quello che il potere vuole invisibile.

È stato molto importante il ritorno (anche se per pochi minuti) di una figura eccezionale come quella di Luttazzi che, non dimentichiamoci, erano otto anni che non compariva in televisione; un danno formidabile allo spettacolo di questo paese. Lo testimoniano le numerose critiche sollevatesi il giorno dopo sul suo pezzo, considerato da molti troppo volgare: ben vengano le critiche e le riflessioni conseguenti, anche se reputo molto più volgare quello che si vede e si sente in una normale domenica pomeriggio a Domenica In o Buona Domenica.

Dopo la gioia di una serata inusuale però, si deve cercare di andare avanti e provare seriamente a cambiare il modo di fare politica in tv, come sottolineato da Gad Lerner; Bill Clinton che suona il sax risale al 1992. Siamo nel 2010...

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