lunedì 15 settembre 2008

Silenzio

Oggi il mondo è più povero, e non mi riferisco agli sconvolgimenti finanziari che stanno attraversando le borse mondiali. È morto David Foster Wallace, si è impiccato nella sua casa californiana, sconvolgendo il mondo letterario che l'ha letto, ammirato e osannato.

Era lo scrittore sicuramente più rappresentativo della sua generazione, anche se forse meno letto di Franzen o di Safran Foer, e per me rimane un punto di riferimento per la freschezza che ha portato nella letteratura con i suoi punti di vista straordinariamente folli e innovativi. Di certo non gli si può rimproverare di non avere osato trattare nei suoi libri argomenti ostici e complessi problemi scientifici, ed era uno dei pochi ad avere capito che la letteratura aveva l'obbligo di confrontarsi con la scienza, pena l'imbarazzante stasi nella quale si trovano quasi tutti gli scrittori contemporanei intenti a rimestare una polverosa tradizione di citazioni incartapecorite dalle onde del tempo. Credo che una delle regole d'oro per chi voglia intraprendere la carriera di scrittore sia conoscere il mondo che ci sta intorno il più possibile; e il corollario è che senza conoscere le scienze matematiche, conviene serbare il silenzio, perché non si potrebbe accedere alla maggior parte del sapere contemporaneo. Foster Wallace ha tracciato nei suoi libri una delle possibili vie, e io, come molti sparsi su questo sasso perso nell'universo, gli sarò per sempre riconoscente.

Qualunque siano state le motivazioni di un gesto simile, che tu possa riposare in pace. E grazie di tutto.

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